Dicono no a latte e uova, ma anche a lana e piumoni
Non solo non mangiano carne o pesce, ma escludono dalla loro alimentazione anche latte e uova. Non solo: modificano il loro stile di vita in modo da escludere l’utilizzo della pelle e persino di lana e piumoni. Sono i vegan, ovvero i “vegetariani estremi”. Secondo il rapporto Eurispes in Italia sono circa 400mila i vegan in Italia, su 4,5-5 milioni di vegetariani: rappresentano dunque il dieci per cento 10% di una coorte nutrita di cultori del “tutto vegetale” e del biologico, una quota di persone comunque in crescita.
A fare il punto sui vegan in Italia è Leonardo Pinelli, vicepresidente della Società scientifica di nutrizione vegetariana,. Scelgono la dieta verde soprattutto le donne: sono il 7,2% contro il 5,3% degli uomini. Predilige diete senza carne anche il 13,5% di giovanissimi tra i 18 e i 24 anni, e persino il 9,3% degli over 65. Tra i motivi che spingono ad adottare questo stile di vita “è molto alta la percentuale di coloro che sono mossi da ideologie animaliste (44%) e ambientaliste – spiega Pinelli – E se da più parti ci si preoccupa di eventuali errori nutrizionali dei vegan, mi chiedo però quando mai si parla degli sbagli degli onnivori”,
Pinelli precisa che in effetti nell’alimentazione vegana può esserci carenza di vitamina B12, “ma solo perché viviamo in un modo senza germi, praticamente sterilizzato. La vitamina B12, infatti, è prodotta dai batteri dell’intestino, nelle dosi giuste, oltre a essere presente in alimenti di origine animale. Ma certo chi vive in ambienti sterilizzati può ricorrere a cibi fortificati, diffusi soprattutto all’estero, oppure ai supplementi. Per i bambini ne occorrono poche gocce al dì, mentre negli adulti l’integrazione è settimanale”.
Per il resto, assicura l’esperto, la rinuncia ai cibi di origine animale “non presenta problemi: si tratta di una dieta sicura in tutte le fasi della vita dell’uomo, se ben studiata. Prova ne è che anche molti atleti sono vegan, specie quelli impiegati in sport in cui sono fondamentali potenza e leggerezza”.
Aggiunge Pinelli: “Consiglio anche di seguire le indicazioni che ci arrivano dal nostro corpo. Personalmente, nel tempo, ho rinunciato al pesce e alle uova, e sto eliminando quasi del tutto il latte. Questo perché e’ il mio stesso organismo a indicarmi che certi alimenti non li digerisco, mi danno fastidio”.
E i bambini? Anche se la questione è controversa e suscita sempre un dibattito piuttosto acceso nel mondo scientifico, l’esperto non ha dubbi: “Dopo i due anni, in pratica, non c’è più bisogno di latte: i nutrienti presenti in questo alimento si trovano anche in altri cibi. Non è un caso che gli enzimi che digeriscono le lattasi scompaiano di solito con il tempo, tanto che due terzi della popolazione mondiale sono intolleranti al lattosio”, aggiunge Pinelli. “Quindi fin dallo svezzamento, dunque dal sesto mese, si può adottare questo regime alimentare, come afferma l’American Dietetic Association già nel 2009”.
fonte RAPPORTO EURISPES