Il tè verde ancora una volta cattura l’attenzione per le sue proprietà benefiche dovute all’ alto contenuto di antiossidanti. Infatti, sembra che proprio grazie a questi preziosi elementi, bere tè verde permetta alle persone anziane di rimanere agili anche con l’avanzare dell’età.
Lo conferma una nuova ricerca pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition i cui risultati hanno evidenziato che un consumo regolare di tè verde può allontanare il possibile danno cellulare, ritenuto responsabile di molte malattie, e ridurre il rischio della cosiddetta disabilità funzionale, un fenomeno tipico dell’invecchiamento.
Il principale responsabile delle proprietà benefiche del tè verde è laepigallocatechina-3-gallato (EGCG), polifenolo derivato dalla non-fermentazione del tè verde e presente in grande quantità in esso. Il tè verde, infatti, ha un contenuto di EGCG 10 volte superiore al tè nero e 2,5 volte superiore al tè Oolong.
Lo studio è stato condotto dal dottor Tomata Yasutake e dai colleghi della Tohoku University Graduate School of Medicine di Sendai (Giappone). In questo studio i ricercatori giapponesi hanno voluto verificare se chi consumava regolarmente tè verde aveva un minor rischio di fragilità e disabilità funzionale legate all’invecchiamento.
A tale scopo sono stati seguiti, durante tre anni circa, 14.000 adulti con un’età media di 65 anni. Attraverso un questionario sono state raccolte informazioni relative al loro consumo giornaliero di tè verde (frequenza e quantità di consumo) e ad altri fattori legati allo stile di vita. Inoltre sono stati presi in esame i dati sulla loro ‘disabilità funzionale’.
I ricercatori hanno voluto precisare che con il termine ‘disabilità funzionale’ si riferiscono ai problemi relativi allo svolgimento delle normali attività quotidiane, come andare al negozio e svolgere i lavori domestici, o alla difficoltà nei bisogni più basilari e fondamentali, come spogliarsi e lavarsi.
L’analisi dei risultati ha evidenziato che le persone che avevano assunto una maggior quantità di tè verde e con una maggiore frequenza avevano una minore probabilità di sviluppare “disabilità funzionale” nei successivi tre anni.
In dati percentuali, i risultati hanno evidenziato che solo il 7,1% degli adulti giapponesi che avevano bevuto almeno cinque tazze di tè verde al giorno era stato afflitto da disabilità funzionale, rispetto all’8% di coloro che avevano bevuto 3-4 tazze al giorno, l’ 11% di coloro che avevano assunto 1-2 tazze, e il 13,3% che aveva consumato meno di una tazza al giorno.
Dunque, bere regolarmente tè verde può aiutare le persone più anziane a restare più agili ed indipendenti, meno fragili e a minor rischio disabilità rispetto ai loro coetanei.
Gli effetti del tè verde sulla salute sono già stati ampiamente studiati: il suo consumo è stato frequentemente e significativamente associato ad un più basso rischio di polmonite, di alcuni tumori, di deficit cognitivo e ad una minore incidenza della mortalità derivata da ictus .
I ricercatori giapponesi hanno detto: “In questo studio abbiamo trovato una significativa associazione inversa, ‘dose-risposta’, tra il consumo di tè verde e la disabilità funzionale incidente “, e continuano “A nostra conoscenza, questo è il primo studio ad aver dimostrato la relazione tra il consumo di tè verde ed il rischio incidente di disabilità funzionale”.
Il Dr. Tomata ed i suoi colleghi aggiungono:”Dato l’elevato consumo di tè tra la popolazione mondiale, anche i piccoli effetti su un singolo individuo potrebbro avere un grande impatto sulla salute pubblica”.
Per poter leggere l’abstract dell’articolo cliccare sul seguente link:
http://www.ajcn.org/content/early/2012/01/24/ajcn.111.023200
Dott.ssa Francesca Trinastich