Partendo da dati di immaging cerebrale di pazienti con CLBP, che mostravano alterazioni funzionali e strutturali in aree cerebrali che mediano l’attribuzione del valore edonistico al cibo, alcuni ricercatori americani li hanno confrontati a un gruppo di soggetti sani.
Si procedeva con un test iniziale di risposta a uno stimolo, sui due gruppi, per valutare la percezione del piacere all’ingestione di budini molto appetibili e con variabile contenuto di grassi e di bevande zuccherate a vario tenore di saccarosio, somministrati a dosi minime. In un test di assunzione successivo, i partecipanti affamati hanno ingerito il loro budino preferito ad libitum. Si è così evidenziato che, rispetto ai controlli sani, i pazienti CLBP erano propensi a valutazioni di piacere del cibo ingerito, significativamente inferiori quando venivano proposti i budini, ma non per le bevande zuccherate.
Al contrario, la valutazione organolettica dei pazienti, non differiva da quelli dei controlli sani. Inoltre, mentre nei controlli sani nel caso dello stimolo dato dai budini, si notava una diminuzione della fame abbinata all’apporto calorico e dopo l’assunzione ad libitum , tali effetti erano completamente aboliti nei pazienti CLBP.
Secondo gli autori, quindi, i dati ottenuti rivelano un disaccoppiamento tra la percezione edonistica e l’apporto calorico dei grassi, e suggeriscono che proprio l’alterazione della percezione edonistica all’ingestione di cibi grassi, potrebbe essere il meccanismo di collegamento tra CLBP e obesità, sotteso all’iperalimentazione.
In altri termini, l’obeso che si alimenta in eccesso non è mai sazio, probabilmente a causa di una distorta percezione del piacere indotto dall’ingestione di cibi grassi. E questo comporta nel tempo un aumento de peso corporeo che influisce sul dolore cronico a livello del rachide lombare.
fonte D.S nutrition