Sull’olio di palma si è detto molto, anzi forse troppo, ma non sempre le informazioni diffuse sono state corrette. Per questo 24 esperti italiani, 16 dei quali in rappresentanza di diverse società scientifiche nazionali, hanno tenuto a ritrattare questo tema e hanno sottoscritto un report pubblicato su International Journal of Food Sciences and Nutrition. L’olio di palma – secondo quanto si afferma nel report – è ricco di acidi grassi saturi al pari del burro, e non fa male se consumato a dosi moderate. Inoltre non esistono evidenze che lo colleghino al rischio di cancro.
Il tema, affermano gli esperti, è stato trattato male dagli organi di informazione, lasciato soprattutto alle notizie incontrollate apparse sul web. Notizie che hanno orientato i consumatori e indotto molte aziende a sostituire l’olio di palma. E non sempre la sua sostituzione ha garantito un miglioramento del prodotto.
“In questo contesto Nutrition Foundation of Italy (NFI) – rileva il suo presidente Andrea Poli – ha coordinato una giornata di studio coi rappresentanti delle Società Scientifiche interessate ai risvolti medici e nutrizionali. Il report raccoglie le conoscenze attuali, basate sull’evidenza”. Si afferma che gli effetti dell’olio di palma sulla salute sono da considerarsi come quelli di altri oli o grassi ricchi di acidi grassi saturi, come l’olio di cocco o il burro. I dati pubblicati non forniscono evidenze che esso sia correlato al rischio cardiovascolare in modo diverso da altri grassi con simile composizione. Quindi, considerare un prodotto senza olio di palma “come intrinsecamente migliore rispetto a un prodotto con olio di palma non è corretto”.
E le alternative mostrano alcuni svantaggi: il burro di cacao è costoso; i grassi animali tendono ad accrescere il colesterolo LDL; i grassi trans (negli oli vegetali parzialmente idrogenati, come le margarine) sono molto dannosi per la salute; l’olio di girasole e l’olio d’oliva non sono spesso indicati per il sapore troppo marcato.
Il report rileva anche che non ci sono dati epidemiologici sulla possibile relazione tra consumo di olio di palma e rischio di cancro, nell’ambito di una dieta equilibrata. E conclude che, in generale, il consumo di alimenti ad alto contenuto di grassi va limitato. Il limite del 10% delle calorie da grassi saturi rimane tra le indicazioni generali a cui fare riferimento. In Italia le principali fonti di grassi saturi sono, nell’ordine, i formaggi, l’olio d’oliva, le carni lavorate. Il consumo di acidi grassi saturi da olio di palma è – in media – pari a 3,09 g/giorno per gli adulti e a 4,78 g/giorno per i bambini. E non ci sono evidenze che indichino che questo livello di consumo di olio di palma sia di per sé dannoso.
fonte :www.nutrieprevieni.it