La performance neuropsicologica e le funzioni cognitive dei pazienti con diagnosi di anoressia nervosa (AN) o bulimia nervosa (BN) appaiono molto scarse e probabilmente sono influenzate anche dal peso
Lo studio
In uno studio condotto in Norvegia, 40 pazienti con AN, 39 pazienti con BN, e 40 soggetti di controllo HC, comparabili per età e grado d’ istruzione, sono stati consecutivamente reclutati per completare una batteria di test neuropsicologici standardizzati che coprono i seguenti domini cognitivi: apprendimento verbale e memoria, apprendimento visivo e memoria, velocità di elaborazione delle informazioni, capacità visuo-spaziale, memoria di lavoro, funzione esecutiva, fluidità verbale, attenzione/vigilanza, e funzione motoria.
Dall’elaborazione dei punteggi ottenuti si è dapprima evidenziato che il gruppo dei pazienti con AN ha raggiunto punteggi notevolmente inferiori al gruppo di controllo (HC) su otto dei nove domini cognitivi misurati. Il gruppo BN, invece, ha mostrato prestazioni inferiori a sei domini cognitivi. Dopo aggiustamento per possibili mediatori, la valutazione del BMI al Nadir (valore più basso), e i sintomi depressivi, hanno spiegato tutte le valutazioni del gruppo di pazienti BN
In ogni caso, anche se questo adeguamento ha ridotto la differenza tra i gruppi AN e HC, il gruppo AN ha mostrato prestazioni inferiori rispetto al gruppo HC in materia di apprendimento verbale e memoria, apprendimento visivo e memoria, capacità visuo-spaziale, memoria di lavoro, e funzioni esecutive. Dunque, in sostanza, i pazienti con disordini alimentari hanno ottenuto prestazioni inferiori rispetto agli HC su diverse misure della funzione cognitiva, e questa differenza è apparsa più pronunciata per il gruppo AN.
Inoltre, il valore del BMI al Nadir e i sintomi depressivi, hanno determinato forti effetti di mediazione. Gli autori quindi ritengono che ulteriori studi di questo tipo siano utili per la prevenzione di un possibile declino cognitivo nei pazienti con disordini alimentari compulsivi.
In pratica
Nel trattamento dei pazienti con anoressia nervosa l’obiettivo primario del nutrizionista è di portare il suo paziente a un “peso di sicurezza”, ma purtroppo, nella maggior parte dei casi, il paziente, invece, desidera raggiungere un peso inferiore a quello desiderabile.
È possibile, quindi, che dimostrando a questi pazienti tutte le conseguenze malsane del raggiungimento di un peso fortemente rischioso, si possa ottenere un miglioramento. In aiuto al terapeuta, esistono test psicometrici standardizzati di facile somministrazione, e anche le variazioni nel tempo di alcune valutazioni biochimico-metaboliche, tali parametri, infatti, spesso migliorano con la ripresa del peso.
Fonte D.S Nutrition