Le bibite gassate possono aumentare il rischio di cancro. A lanciare l’allarme è uno studio condotto dai ricercatori del John Hopkins Center for a Livable Future di Baltimora dal quale emerge che l’equivalente di una lattina di bevanda gassata zuccherata al giorno aumenta il rischio di ammalarsi di cancro. Ad essere sotto accusa è il 4-MEI (4metilimidazolo), residuo non voluto del processo di produzione dei caramelli a base di ammoniaca.
“I consumatori di bevande gassate sono esposti a un rischio di cancro evitabile e inutile a causa di un ingrediente che viene aggiunto semplicemente per fini estetici”, ha spiegato Keeve Nachman, uno degli autori dello studio.
La Food and Drug Administration non limita la quantità di 4-MEI nel cibo e nelle bevande, perché, secondo gli esperti, non lo si può eliminare del tutto. Le aziende, tuttavia, potrebbero essere in grado di ridurre la quantità di questo agente e proprio per questo i ricercatori hanno invitato la Fda a stabilire livelli massimi per il 4-MEI nelle bevande.
In Europa già tre anni fa, L’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, diffuse una valutazione scientifica proprio sui coloranti sintetici a base di ammoniaca, che sono di quattro tipi: l’E 150 d, l’E150 c, l’E150 a (classe I) e il solfito-caustico E150 b. L’Efsa stabilì quindi per la prima volta una dose giornaliera accettabile (Dga) di gruppo (applicabile cioè a tutti e quattro i tipi di coloranti utilizzati dall’industria alimentare), pari a 0,3 g per Kg di peso corporeo al giorno per tutti, adulti e bambini.
Secondo gli esperti si tratta di un limite che può essere superato facilmente, soprattutto se si considera che una serie di prodotti largamente consumati dai bambini (bibite gassate, gelati, prodotti da forno e caramelle) possono contenere fino a 5 g di questo colorante per ogni chilo di prodotto.
In Italia, l’industria delle bevande analcoliche non impiega l’E 150 c, ma fa un uso comunque dell’E150 d.
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