Le bacche di Acai sono il frutto di una palma arborea – Euterpe oleracea, Fam. Arecaceae – che prospera nelle foreste settentrionali del Brasile, raggiungendo altezze di oltre 20 metri. Per fare fronte alle notevoli richieste dei suoi frutti, la pianta viene oggi estensivamente coltivata un po’ in tutto il Sud America.
Il frutto è una drupa globosa dal colorito purpureo, simile ad un grande acino di uva nera, ma con meno polpa ed un solo seme .La notevole richiesta internazionale gira intorno a incalzanti campagne pubblicitarie sulle possibili qualità terapeutiche di questi frutti, basandosi su un ristretto numero di studi scientifici.
Come sempre la prudenza è d’obbligo. Le bacche di Acai, infatti, sono sostanzialmente un buon antiossidante e nulla di più; esaminandone i valori nutrizionali, se ne apprezza l’alto contenuto in antocianine – antiossidanti tipici della frutta con tonalità rosso scure, blu e nere – con effetto protettivo sul micro e macrocircolo (utili in presenza di fragilità capillare e relative manifestazioni). Proprio come nell’uva, le antocianidine, i relativi glicosidi e gli altri polifenoli, si riuniscono nella buccia, toccando concentrazioni superiori a quelle dei frutti di bosco. Tuttavia, il potere antiossidante complessivo è grosso modo comparabile a quello di altri frutti noti da tempo per le medesime virtù;, in particolare, il potere antiossidante globale del succo di Acai risulta inferiore a quello del succo di melograno , del vino rosso, del succo d’uva fragolina, del mirtillo e del succo di ciliegia nera (Prunus serotina), ma superiore a quello dei succhi di arancia, mirtillo e mela, e del tè freddo.
Il profilo nutrizionale delle bacche di Acai è completato dalle discrete (ma non certo eccezionali) percentuali di calcio ,ferro e vitamine A e C , oltre che dalla generosa presenza di fibre e fitosteroli Buono anche il contenuto proteico e lipidico, con prevalenza di acidi grassi monoinsaturi ( acido oleico – 56% c.a) e discrete percentuali di polinsaturi i (principalmente acido linoleico 12.5% c.a.) e di uno degli acidi grassi più aterogeni, l’acido palmitico’ (24.1% c.a.)
Spesso questi frutti ed i prodotti che ne derivano vengono delineati come una sorta di toccasana: ostacolano l’invecchiamento, fanno dimagrire, prevengono il cancro e le malattie su base infiammatoria, autoimmune ed allergica, proteggono dal colesterolo in eccesso e dalle malattie cardiovascolari , ed – è proprio il caso di dirlo – chi più ne ha più ne metta.. Come ogni droga vegetale oggetto di incalzanti campagne marketing, inoltre, non mancano riferimenti agli impieghi tradizionali delle bacche di Acai, impiegate sin da tempi antichi per le preziose proprietà nutrizionali scoperte essenzialmente dalle popolazioni indigene. In realtà l’uso delle bacche di Acai , non ha nessun beneficio supplementare rispetto all’ impiego di frutti nostrani in toto, come l’uva nera intera o i già citati frutti di bosco.
Il frutto del Lycium Barbarum :le bacche di Goji: si presentano come piccoli frutti del diametro di 1-2 cm. Una volta maturi, assumono un colore arancione-rosso acceso e un gradevole sapore dolce, che ricorda il mirtillo .
In Asia, le bacche di Goji sono utilizzate anche in cucina per la preparazione di zuppe o per condire le carni . Attualmente, nel mercato occidentale questi frutti sono venduti principalmente come bacche essiccate o succhi concentrati.Hanno potenzialmente effetti salutari per il nostro organismo, dovuti alla presenza di antiossidanti , come vitamine, minerali, carotenoidi, polisaccaridi ed altri costituenti che svolgono un’efficace attività adattogena protettiva ed immunostimolante. In particolare, questi frutti contengono quattro polisaccaridi non presenti in altre specie botaniche finora conosciute, che lavorano insieme per supportare le funzioni del sistema immunitario . Questi polisaccaridi bioattivi sono chiamati Lycium Barbarum Polysaccharides (LBP1, LBP2, LBP3 e LBP4). I LBP sono stati definiti “molecole master’’ poiché interverrebbero in determinati meccanismi di difesa biochimici del nostro organismo: sono capaci di attivare il sistema immunitario e lo rendono abile nel distinguere tra cellule sane e cellule malate, soprattutto in particolari patologie (in vitro hanno dimostrato importanti attività biologiche: antiossidante, immunomudolante, antitumorale, neuroprotettiva, radioprotettiva, antidiabetica, epatoprotettiva, antiosteoporotica ed antifatica). Nelle bacche di Goji, la presenza dei polisaccaridi LBP, associata al naturale contenuto di vitamina C , ha evidenziato un’azione immunostimolante e di sostegno ai meccanismi dell’immunità specifica e aspecifica ( macrofagi e linfociti). Il succo di Goji contiene carotenoidi i come il betacarotene, la luteina e la zeaxantina, che supportano la funzione visiva e svolgono un’azione dermoprotettiva (prevengono l’invecchiamento cutaneo precoce), con funzioni antiossidanti e di protezione contro i danni provocati dai radicali liberi. Le bacche di Goji contengono anche acidi grassi, importanti per la salute del sistema cardiocircolatorio. I flavonoidi, svolgono un’attività di “scavenging” (“spazzini” dei radicali liberi), e assieme agli altri antiossidanti contribuiscono a ridurre i rischi legati al colesterolo alto e all’iperglicemia.
Infine, nel caso si stia seguendo una dieta ipocalorica e controllata, il frutto non incide negativamente sull’equilibrio dietetico: le bacche possiedono un basso indice glicemico (valore pari a 28 sulla scala IG dell’indice glicemico) e possiedono un effetto saziante.
Va comunque ribadito che la ricerca medica è ancora in fase preliminare ed è importante riuscire a discriminare le eventuali speculazioni sui “probabili” effetti del prodotto naturale. Attualmente, gli studi sembrano pero’ confermare le caratteristiche energizzanti, antiossidanti e di supporto al sistema immunitario delle bacche di Goji.