Ci sono prove crescenti che molti alimenti,fortemente manipolati ,possano indurre dipendenza ,e che in alcuni casi di alimentazione compulsiva in eccesso,assomiglino ai disordini di dipendenza.
Lo studio
Come parte di un più ampio studio di coorte che indagava l’eccesso dei consumi di cibo in adulti sani prevalentemente in sovrappeso e obesi (età 25-50 anni), 136 partecipanti hanno completato il YFAS, e 23 di questi soddisfacevano i criteri diagnostici per la dipendenza da cibo. Gli stessi soggetti hanno preso parte a uno studio di stimolazione cross-over in doppio cieco a singola dose nel quale è stato utilizzato uno stimolante psicomotorio (metilfenidato) e un placebo.
Tutti i partecipanti sono stati valutati in base ai loro giudizi sull’ appetito residuo e il desiderio di cibo dopo aver degustato il loro cibo preferito come spuntino. Sono state 3 le variabili dipendenti valutate: la diagnosi di dipendenza da cibo vs dipendenza non da cibo, il sesso e il tempo dell’effetto farmaco vs placebo. Come previsto, per tutte e tre le variabili dipendenti, c’è stato un significativo effetto principale della diminuzione di risposta dal placebo al farmaco (giorni).
Per quanto riguarda il desiderio di cibo e l’appetito, i risultati hanno indicato che il gruppo di dipendenza da cibo aveva punteggi significativamente più alti su entrambe le variabili. Per il consumo di cibo, il gruppo con dipendenza da cibo non ha mostrato alcuna soppressione alimentare nell’assunzione di tutti giorni rispetto al gruppo senza dipendenza da cibo che ha dimostrato una significativa riduzione del consumo di snack con il metilfenidato.
Secondo gli autori i dati ottenuti confermano che nei soggetti con dipendenza da cibo è implicata la risposta alla dopamina che risulta alterata in tali soggetti. Inoltre, questo studio rappresenta la prima dimostrazione che i soggetti con dipendenza da cibo hanno un modello unico di assunzione alimentare in risposta agli agenti come il metilfenidato.
In pratica
Mentre il supporto per la Yale Food Addiction Scale (YFAS) come valido strumento diagnostico è stato impressionante ultimamente, e continua ad aumentare, ad oggi, nessuna ricerca ha esaminato il costrutto dipendenza/cibo in risposta ad uno stimolo reale, e in relazione alle misure dirette dell’appetito e del consumo alimentare. Dunque questo studio è indubbiamente interessante. Tuttavia le applicazioni pratiche dell’impiego della YFAS nella pratica clinica quotidiana sono ancora scarse in Italia. Confidiamo nella rapida conclusione del progetto SIS.DCA (Società Italiana per Lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare) che si sta occupando di validare la YFAS anche nel nostro Paese.
fonte :d.s nutrition