Le diete a basso contenuto di carboidrati derivano principalmente dall’ipotesi che l’abbassamento dell’insulina, ormone chiave che produce uno stato anabolico di accumulo di grasso, migliora la funzione cardiometabolica e induce la perdita di peso.
Questo approccio è stato chiamato modello insulina- carboidratro.
Gli studi hanno dimostrato che i piani alimentari a basso contenuto di carboidrati sono superiori ad altri approcci per una rapida perdita di peso per i primi 6-12 mesi.
Mentre le diete tradizionali inducono perdita di peso tramite un deficit calorico, il meccanismo delle diete low-carb rimane in discussione. Un’ipotesi sul perché producano una più rapida perdita di peso rispetto ad altre diete è che i grassi e le proteine aumentano la sazietà e producono meno ipoglicemia concomitante riducendo la fame e l’assunzione di cibo in generale e producendo quindi un deficit calorico.
Inoltre, un’altra ipotesi sostiene che le diete a basso contenuto di carboidrati possono produrre una combustione metabolica più elevata rispetto alle diete ad alto contenuto di carboidrati: sembra esserci un vantaggio metabolico di circa 200-300 calorie bruciate in più rispetto a una dieta iso-calorica ad alto contenuto di carboidrati.
Le diete chetogeniche limitano i carboidrati a 20-50 g al giorno per indurre la chetosi nutrizionale.
Lo studio delle diete a basso contenuto di carboidrati si è incentrato sulla perdita di peso nelle persone obese e in sovrappeso, nonché nei pazienti con o a rischio di malattie cardiometaboliche come il diabete di tipo 2 e la steatosi epatica non alcolica.
Le diete chetogeniche sono state usate anche per i disturbi convulsivi e più recentemente hanno trovato impiego nella popolazione atletica come combustibile costante per prestazioni di resistenza e l’ottimizzazione della composizione corporea nell’allenamento ad alta intensità.
Autori: Oh R, Uppaluri KR.
Fonte: Stat Pearls
Link della fonte: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK537084/