La diagnosi della stipsi cronica è spesso difficoltosa e merita particolari attenzioni anche per quanto riguarda l’indagine delle abitudini alimentari (FFQ).Se ne sono occupati in una recente revisione i ricercatori del Washington Hospital Center che sono giunti a molteplici conclusioni.
Prima di tutto si è convenuto che la stipsi è tradizionalmente definita come “tre o meno evacuazioni a settimana”.
I fattori di rischio per la stipsi includono sesso femminile, età avanzata, l’inattività, basso apporto calorico, dieta povera di fibre, il basso reddito, basso livello culturale, e assunzione di molti farmaci.
La stipsi cronica va distinta in funzionale (primaria) o secondaria.
La prima può essere suddivisa in transito normale, lento, o ostruzione in uscita. Possibili cause della stipsi cronica secondaria includono l’uso di alcuni farmaci, l’ipotiroidismo e la sindrome dell’intestino irritabile.
I pazienti anziani con stipsi cronica presentano condizioni molto delicate.
La valutazione della stipsi cronica deve dunque necessariamente comprendere, oltre a un attento esame obiettivo, anche una raccolta dell’anamnesi mirata ad evidenziare la presenza di eventuali segni d’allarme. Questi includono prove di sanguinamento, perdita di peso recente non intenzionale, anemia sideropenica, stipsi con esordio acuto e prolasso rettale. Specie negli anziani la presenza di uno di questi segni impone il rinvio allo specialista gastroenterologo.
Nei più giovani, invece, spesso la correzione della dieta, è la soluzione migliore.
Fonte:
Diagnostic approach to chronic constipation in adults.