In uno studio condotto da ricercatori londinesi, che ha coinvolto un gruppo di donne già reclutate per uno studio osservazionale sulla sindrome dell’ovaio policistico, sono stati testati anche la memoria e l’apprendimento in 38 donne (25-45 anni). Queste donne variavano per lo stato di salute, anche se non significativamente, tra i casi (n = 23) e i controlli (n = 15 ).
I risultati ottenuti nei test cognitivi (memoria verbale, visuo-spaziale di apprendimento, e ritardo nel pattern degli abbinamenti), sono stati confrontati con l’assunzione di macronutrienti riportati da diari somministrati (7 days recall) e con gli indici fisiologici della sindrome metabolica.
Le correlazioni parziali sono state aggiustate per età, attività e QI verbale (National Adult Reading Test). Si è così, in sostanza, evidenziato che maggiori consumi di grassi saturi e trans, e con un superiore rapporto tra saturi e insaturi (Sat:UFA), erano associati con un maggior numero di errori visuo-spaziali e con scarsi richiami delle parole e nei riconoscimenti degli abbinamenti.
Sorprendentemente le prestazioni più scarse ai test erano legate a un maggior consumo di UFA. In pratica, quindi, gli autori ritengono che se questi risultati verranno confermati su campioni più ampi, i consumi di cibi considerati dannosi, debbano essere controllati e ridotti sempre.
Fonte:D.S Nutrition