Secondo gli ultimi dati di Waste Watcher, l’osservatorio sugli sprechi alimentari di Last Minute Market con Sgw, “in ogni casa italiana ogni anno finiscono nell’immondizia 145kg di cibo buono. Il che, moltiplicato per tutte le case d’Italia fa 2,7 milioni di tonnellate”.
A finire nella spazzatura sono spesso prodotti alimentari che, sebbene abbiano superato la data di scadenza indicata per legge in etichetta, si possono ancora mangiare. Ecco quindi alcuni consigli per riconoscere i prodotti commestibili oltre la data di scadenza riportata sulla confezione.
Cibo in scatola
E’ potenzialmente “eterno”. È però fondamentale che la confezione non sia aperta o ammaccata perché in questi casi potrebbe aver generato ruggine. È inoltre importante che la confezione non sia rigonfia: un rigonfiamento nella confezione potrebbe indicare la presenza di botulino.
Salumi e insaccati
Prima ancora che la data di scadenza, è importante valutare il colore dell’alimento. Non c’è da preoccuparsi se non siamo in presenza di tonalità scure per mortadella e prosciutto cotto e di tonalità troppo chiare per prosciutti e salami. Anche il sapore, ovviamente, deve essere buono. Generalmente, fino a 4-5 giorni dalla scadenza non ci sono problemi.
Formaggi freschi e stagionati
Prima di buttare una mozzarella o uno stracchino è bene assaggiare: via libera se il sapore non è aspro. Se la confezione si gonfia, invece, meglio buttare il prodotto. Previo controllo del gusto, si può consumare l’alimento fino a 10 giorni dalla scadenza, anche un mese se si tratta di yogurt. I formaggi secchi invece sono “immortali”: basta eliminare le eventuali muffe e se il problema è la secchezza si può sempre grattugiare.
Carne, pesce e uova
Sono prodotti freschi e pertanto si consiglia il rispetto della scadenza. Tuttavia entro 2-3 giorni per pesce e carni bianche e 4-5 giorni per le carni rosse, in assenza di odori acri e colori smorti, previa cottura possiamo ancora stare tranquilli. Da evitare i pesci se l’occhio è vitreo. Nel caso delle carni rosse è l’odore a dover preoccupare. Sulle uova le macchie sul guscio non indicano deperimento: possiamo consumarle fino a una settimana dopo la scadenza, in assenza di cattivi odori e previa cottura.
Pane, pasta e riso
In questi casi la scadenza è puramente simbolica. Se le confezioni sono aperte, il prodotto può generare larve e farfalline (che non sono però organismi dannosi per l’organismo, anche perché pasta e riso vengono bolliti). Se sono poche, basta semplicemente lavare il prodotto prima di cucinarlo. Nemici del pane sono la muffa, che è da eliminare, o la secchezza, ma in questo caso il pane può essere grattugiato.
Cibi surgelati
Se tenuti in freezer possono durare in eterno, ma se scongelati non si devono ricongelare. Lo scongelamento genera infatti un’acqua che può diventare “di coltura” per eventuali batteri.
Cioccolata e miele
La cioccolata è eterna. Niente paura anche nel caso di macchie bianche: si tratta di è grasso che emerge in superficie, mai indice di deperimento. Lo stesso vale per il miele: al massimo si cristallizza, ma è comunque commestibile.
Acqua confezionata e bibite zuccherate
Non scadono. È bene però prestare attenzione alla bottiglia: se di plastica, al sole rilascia molecole, e ingerire plastica non è mai consigliabile.
Fonte :Redazione informasalus .it