I cibi industriali possono favorire l’insorgenza del cancro. È quanto emerge da uno studio pubblicato sul British Medican Journal (BMJ) e condotto in Francia dall’Istituto nazionale per la ricerca agricola (Inra) e dall’Équipe di ricerca in epidemiologia nutrizionale (Eren) dell’Université Paris 13.
I ricercatori hanno analizzato i dati raccolti dal progetto NutriNet-Santé riguardo al consumo abituale di 3.300 prodotti alimentari diversi da parte di 104.980 persone (con un’età media di circa 43 anni e il 78 per cento delle quali donne) e hanno concluso che un aumento del 10 per cento di cibi industriali ultra elaborati nella dieta corrisponde a un aumento del 12 per cento del rischi di contrarre un tumore , in particolare al seno (11 per cento). I risultati hanno tenuto conto dei fattori sociodemografici, dell’età e del livello di istruzione dei partecipanti, del consumo di alcol e sigarette, dell’attività fisica praticata.
Ad essere sotto accusa sono: bevande zuccherate, zuppe istantanee, piatti pronti surgelati, dolci industriali con una lunga lista di ingredienti, piccoli panini confezionati, carni lavorate, margarine e salse, tutti gli alimenti trasformati con l’aggiunta di zucchero, conservanti, coloranti, edulcoranti, emulsionanti o altri additivi alimentari, oltre che di sale.
Il problema è particolarmente rilevante se si considera che secondo l’Agenzia nazionale francese per la sicurezza alimentare (Anses) i cibi ultra elaborati costituiscono più della metà dell’apporto energetico della dieta in molti dei paesi occidentali.
Precedenti ricerche avevano dimostrato la correlazione di questi alimenti con il rischio di sviluppare disturbi cardiometabolici, obesità, ipertensione e dislipidemia (livelli anomali di lipidi nel sangue).
Spesso i cibi ultra elaborati contengono quantità elevate di grassi saturi, zuccheri e sali aggiunti e sono invece scarsi di fibre, vitamine e altri micronutrienti: un aspetto legato alla possibilità di sviluppare malattie.
Oltre alla composizione degli alimenti, è importante il metodo di lavorazione. In particolare la cottura ad alta temperatura può produrre contaminanti di nuova formazione come l’acrilammide. Il problema può anche derivare dagli imballaggi in plastica che possono contenere bisfenolo A, interferente endocrino, e dagli additivi, alcuni dei quali sono considerati cancerogeni.
fonte : Redazione informasalus