L’anoressia nervosa è un disturbo potenzialmente grave, cronico e recidivante, più comune nelle donne in età fertile che nelle altre fasce di età. Le stime parlano di un donna incinta su 200 che soffre di questa condizione, che in generale comporta un importante aumento di rischi per la salute della donna ma che, in gravidanza, rappresenta un grave fattore di rischio anche per il nascituro. L’obiettivo è abbattere i rischi per le donne ma soprattutto per i neonati, legati alle condizioni di salute della mamma durante la gravidanza. Le raccomandazioni sono state pubblicate su The Lancet Psychiatry.
Tra le donne che soffrono di anoressia nervosa il rischio di morte del bimbo è doppio rispetto alle altre donne, quello di parto pre-termine è 1,32 volte maggiore ed è 1,69 volte più alto il rischio che il bimbo sia sottopeso alla nascita.
La gestione dell’anoressia nervosa in gravidanza richiede un approccio multidisciplinare che includa almeno competenze nell’ambito della salute mentale, dell’assistenza nutrizionale e della gravidanza”.
Questo perché, spiegano i ricercatori, l’anoressia nervosa potrebbe influenzare gli esiti ostetrici e neonatali attraverso carenze nutrizionali e vitaminiche, e ridotta massa corporea, ma esistono anche rischi di natura psicologica e psicosociale, tra cui depressione e ansia perinatale.