E’ esattamente questa la conclusione alla quale sono arrivati i ricercatori dell’Università di Plymouth con una ricerca pubblicata su Health and Place, la prima a dimostrare che l’esposizione passiva ad uno spazio verde è legata sia a frequenze più basse che ad una intensità minore di desiderare cibi poco sani, drink ed anche qualche sigaretta.
Per lo studio, 149 partecipanti hanno completato un sondaggio online, che ha anche misurato la proporzione di spazio verde nel quartiere residenziale di ciascuna persona, la presenza di vedute verdi dalla casa, l’accesso a un giardino o le porzioni di terreno in affitto e la frequenza di utilizzo di spazi verdi pubblici.
I risultati hanno mostrato che avere accesso ad un giardino o ad una porzione di terreno è associato ad una minore intensità e frequenza di desideri “poco salutari”, mentre viste residenziali che incorporavano più del 25% di spazio verde evocavano risposte simili. Quella osservata è solo una correlazione, il legame tra i due aspetti va ulteriormente approfondito. Come spiega Leanne Martin, che ha condotto la ricerca, “è risaputo che stare all’aperto nella natura è legato al benessere, ma che ci sia un’associazione tra i desideri e l’essere in grado di vedere gli spazi verdi aggiunge una nuova dimensione: questo è il primo studio che esplora l’idea e potrebbe avere una serie di implicazioni per i programmi di protezione della salute pubblica in futuro”.
“I desideri – aggiunge Sabine Pahl, altra autrice dello studio – contribuiscono ad una serie di comportamenti dannosi per la salute, come il fumo, l’eccessivo consumo di alcolici e un’alimentazione scorretta. A loro volta, questi possono contribuire ad alcune delle più grandi sfide per la salute globale del nostro tempo, tra cui il cancro, l’obesità e il diabete. La ricerca futura dovrebbe indagare se e come utilizzare gli spazi verdi per aiutare le persone a sopportare le voglie problematiche, consentendo di gestire meglio i tentativi di smettere”.
Marzia Caposio